Un anno da non dimenticare

29 dicembre 2008 alle 21:12 | Pubblicato su About me | 5 commenti

E’ tempo di fare una piccola riflessione sull’anno che sta per terminare e cercare di capire se in definitiva si può definire come bello o come brutto. Sono accadute tantissime cose importanti, un anno come questo 2008 non mi capitava da tanto tempo.

Andando con ordine posso ritenermi più che soddisfatto di come sia riuscito a superare una delle mie paure più grandi della fine del 2007 e dell’inizio del 2008: la maturità! I professori ci hanno letteralmente terrorizzato, ci raccontavano della maturità come un ostacolo grandissimo, da prendere con la massima serietà e di una difficoltà tanto grande da mettere in discussione il futuro prossimo e non di tutti noi alunni. La paura cresceva ogni giorno che passava e che ci accompagnava, forse troppo velocemente, al fatidico giorno dell’inizio della fine. Ora che tutto è passato posso solo essere grato alla paura che avevo e che mi ha portato ad impegnarmi intensamente e a raggiungere un risultato che nemmeno speravo o potevo prevedere di sperare, trovo questa un’ esperienza stupenda e una prova che permette di valutare se stessi a tutto tondo, mettersi alla prova e trovare qualità che non si era consci di avere. L’unico dispiacere è portato dall’inevitabile separazione con le persone con cui hai condiviso giorno dopo giorno ben cinque anni della tua vita ma che, se si sono rivelati buoni amici, difficilmente non sentirai più…

La fine della maturità ha portato inoltre l’inizio delle vacanze estive, le vacanze estive più belle che io ricordi da molto tempo forse anche perchè non avevo assolutamente nulla da fare, nessuna preoccupazione, nessun problema, solo relax, divertimento e sole…

Un anno di scelte molto importanti, il mio futuro è rimasto in bilico per un poco, lavoro o studio? Un quesito da non prendere troppo alla leggera se non si vuole rischiare di sbagliare e di rimanere delusi dalla propria scelta dovendo poi ritornare indietro, cosa che scoccia non poco. Per me, una scelta abbastanza facile, le idee erano chiare già da molto tempo e la scelta di continuare lo studio è stata quasi banale e scontata. Anche l’indirizzo di studio scelto non è stato difficile da trovare, dopo cinque anni di ragioneria mi sembrava più che giusto continuare su questa strada.

E iniziava quindi l’università, una nuova vita, una nuova realtà, nuovi amici, nuovi ambienti, nuovi interessi e abitudini. Tante novità ma tutte assolutamente benvenute e, con il senno di poi, bellissime. Posso ritenermi più che soddisfatto.

Non tutto può essere però troppo pulito e candido come le mie precedenti parole potevano far immaginare, infatti tra le tante gioie si cela anche qualche brutta delusione come per esempio un esame andato male a settembre, ma che fortunatamente ho già recuperato, come qualche brutto momento passato con gli amici che ha portato a conseguenze non troppo piacevoli o come l’insoddisfazione provata nel vedere che nonostante il passare del tempo e la grande forza di volontà, i difetti che ti caratterizzano e contraddistinguono  e che vorresti veder sparire, o comunque ignorare, continuano ad esserci e condizionano non poco alcuni comportamenti che vorresti fossero diversi.  Questo però non può essere confrontato con la quantità di buone notizie che questo anno mi ha portato e che spero possano ripetersi in quantità e bellezza anche l’anno prossimo.

Non mi resta quindi che sperare che anche il vostro 2008 sia stato felice e pieno di soddisfazioni e che l’imminente 2009 vi porterà felicità, serenità, fortuna, amore e tanto divertimento!

“Non sforzarti di capirlo, devi solo immaginarlo!”

24 dicembre 2008 alle 13:11 | Pubblicato su Attualità | 4 commenti

Con questo articolo molto breve voglio augurare a tutti voi che mi leggete un gioioso, felice, allegro, spensierato e divertente Natale!!!

Per non lasciarvi solamente con poche parole di auguri, che solamente poche persone potrebbero veramente apprezzare anche senza che siano accompagnate da qualcosa d’altro, aggiungo un video che sicuramente molti avranno già visto e che secondo me rappresenta benissimo l’atmosfera che tutti dovremmo respirare in questi giorni di festa e lo spirito che le nostre anime e i nostri corpi dovrebbero avere per poter passare nel migliore dei modi questa meravigliosa ricorrenza!

Aggiungo anche il testo per coloro a cui piace cantare:

“Cos’è? Cos’è? Ma che colore è?
Cos’è? Quel bianco intorno a me?
Cos’è? Io non l’ho visto mai! Starò sognando? In guardia, Jack!
Ma cos’è?? Cos’è?
Cos’è? Cos’è? Qualcosa qui non va!
Cos’è? C’è musica in città!
Cos’è? Le strade sono piene di persone che sorridono felici, sono pazzi oppure amici?
Ma cos’è?
COS’E?
Bambini nella neve che giocano così
nessuno è solo e poi, non c’è mai tristezza qui
e brilla ogni finestra, o non so che cosa sia
quel piccolo calore mai provato in vita mia!
Oh no! Cos’è quel vischio appeso lì?
E sì! Si baciano così!
E poi le storie intorno al fuoco, le castagne qualche gioco, come mai?
Cos’è? Cos’è, follia quell’alberello che sta lì, io non so più perchè, perchè? Lo coprono di luci colorate e poi di stelle ritagliate, di sorrisi e di allegria, io non capisco cosa sia,
mi sembra gioia, sembra gioia, forse è sogno o è già realtà? Chissà!
Oddio, che c’è? Quaggiù si dorme già?
Perché di mostri non ce n’è!
No-no! Nè streghe nè fantasmi
NIENTE NOTTI DI PAURA! I bimbi dormono sicuri nei lettini… ahh
COS’E’???
I mostri non ci sono e gli incubi mai più
e tutto sembra bello come un cielo sempre blu
io sento il dolce suono di canzoni intorno a me, profumo di biscotti e odore di felicità!

E’ QUI! E’ qui! Il posto dove io
vorrei restare per magia!
Vorrei scaldarmi il cuore e ridere
e vivere,
adesso voglio vivere!
Io voglio, sì lo voglio, si lo voglio e lo farò!!
Io lo saprò! Io lo saprò
se questo posto è vero o no!
CHE COS’E’???”

 

Vi auguro ancora un buon Natale, vi ringrazio per la pazienza che avete nel leggermi e spero che continuiate a farlo anche l’anno prossimo!!!

Ah, ricordate: “Non sforzarti di capirlo, devi solo immaginarlo!”

Il quaderno della morte

19 dicembre 2008 alle 22:06 | Pubblicato su Serie TV | 9 commenti

Magari non è il periodo migliore per parlarne date le tematiche che tratta ma in questo articolo mi sento di consigliare a tutti uno degli anime giapponesi che mi ha stregato più di ogni altro.

Premetto che solitamente non amo questo genere di prodotti anche se spesso ne apprezzo molto il modo in cui sono realizzati e quindi l’aspetto grafico ma devo ammettere che questo è uno dei cartoni animati migliori che io abbia visto, sia per quanto riguarda la storia, i personaggi e i luoghi sia per i disegni… Senza tirarla troppo per le lunghe sto parlando di Death Note consigliatomi da un amico che ringrazio infinitamente e che ora consiglio vivamente io a voi.

Yagami LightLa storia è quella di Yagami Light, uno studente modello stanco del modo in cui vive e dei continui crimini e corruzione che lo circondano. La sua vita però cambia quando nel 2003 trova, all’uscita dalla scuola, un quaderno con inciso in copertina “Death Note”, il quaderno della morte; le istruzioni scritte sul retro del quaderno asseriscono che qualsiasi persona il cui nome venga scritto sul quaderno morirà. Una volta provato che il quaderno ha effettivamente quel potere, Light cercherà di diventare il “Dio del nuovo mondo”, un mondo in cui le leggi sono decise da lui stesso. Il grande ed inspiegabile numero di criminali morti in poco tempo cattura così l’attenzione dell’Interpol e di un misterioso detective, che si fa chiamare Elle, che si dice sia capace di risolvere qualsiasi caso. Comincia così una sfida a distanza tra i due per provare la superiorità dell’uno sull’altro.

La trama è davvero molto intrigante ed è sviluppata benissimo per tutto l’arco della narrazione, non mancano continui colpi di scena e ribaltamenti repentini di prospettiva e di fronte, le trovate dei due protagonisti per superare il rispettivo avversario sono molto ben pensate e vi lascieranno a bocca aperta… Unico difetto che posso trovare in questa bellissima serie è forse il finale troppo dilungato ma questo non rende nè meno bella ne più brutta l’opera intera. La serie è composta da 37 episodi della durata di 22’30 ciascuno.

Se non sapete cosa fare e riuscite a procurarvelo ve lo consiglio vivamente perchè ne vale proprio la pena.

Elle

E’ il pensiero che conta…

11 dicembre 2008 alle 21:56 | Pubblicato su Riflessioni | 4 commenti

Sì, come no…

Il Natale si avvicina e, come da tradizione, è buona cosa pensare di fare un regalino alle persone che ti stanno più vicino e a cui vuoi bene. E’ ormai parecchi anni, da quando ho incominciato ad avere relazioni sociali vere, che ho quest’annuale onere ed ora, che ho sviluppato un pensiero concreto e personale su questa situazione, è il momento di parlare; vorrei innanzitutto sapere chi è colui che prima di tutti ha detto: “E’ il pensiero che conta…”, sì, proprio quella frase che tutti dicono ma che nessuno prende sul serio perchè a quanto pare la suddetta persona era un simpaticone che diceva cose serie una volta ogni cento e al quale tutti, in quel preciso momento di lucidità per lui anormale, non hanno creduto; vorrei conoscerlo per stringergli la mano e poi strizzargliela forte fino a spaccargliela perchè da quel momento poteva cambiare il mondo ma a causa della sua stupidità non è successo!

La colpa della recessione, dei pochi soldi delle nostre tasche, della caduta libera della domanda e dell’economia intera a roltoli è solamente sua! Se tutti avessero preso sul serio quelle parole io ora avrei risparmiato anni ed anni di regali stupidi e inutili e sono convinto anche voi! Qual’è la soluzione quindi? Un’idea ce l’avrei: potrei dire io quella frase nel modo più serio possibile ma dopo un articolo del genere ricomincerebbe tutto daccapo, chi mi prenderebbe mai sul serio?

La verità è che non è colpa di quel povero uomo che invece aveva ragione ma delle persone che gli stavano intorno e che non hanno voluto ascoltare quello che aveva da dire perchè dovrebbe veramente contare il pensiero, la gente ormai è sempre meno altruista, vuole ricevere tanto ma senza dare niente, sente solamente quello che desidera sentire, non vuole fare fatica e preferisce sostituire il sentimento con la materia, l’emozione vera e indissolubile con quella falsa e passeggera, e a causa del suo comportamento non conosce la felicità ma una sua falsa copia. Il pensiero non si vede, non si tocca e non si sente ma si può percepire, basta guardare una persona negli occhi, parlarci un po’ insieme e condividere anche le cose più semplici e stupide che ci accadono; è questo il regalo più bello, avere intorno persone che ti vogliono bene e che si accontentano anche solamente di un invisibile pensiero come regalo di Natale. Perchè è così che dovrebbe veramente essere. E’ il pensiero che conta…

Un pensiero a tutti voi.

Amabili Resti

5 dicembre 2008 alle 11:35 | Pubblicato su Libri | 6 commenti

Premetto che è la prima volta che provo a commentare in modo un po’ serio un libro che ho letto e quindi se l’articolo non sarà scritto benissimo incomincio a scusarmi e a promettere che migliorerò sempre di più continuando a scrivere questo tipo di interventi.

Parlerò dunque dell’ultimo libro che ho letto ovvero Amabili resti di Alice Sebold.

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« Non gli diedi retta, e allora lui allungò il braccio verso il ripiano. La mano tornò stringendo un coltello. Nuda, la lama mi sorrise, curva in un ghigno.
Lui mi sfilò il cappello di bocca.
«Dimmi che mi ami».
Glielo dissi dolcemente.
La fine arrivò comunque. »

Sicuramente una delle numerosissime domande che tutti almeno una volta nella vita ci siamo posti è: “Cosa c’è dopo la morte?” oppure “Dove andrà il nostro spirito dopo la fine di tutto?”. Alice Sebold, con il suo libro Amabili Resti cerca di rispondere a queste domande in modo molto particolare; racconta infatti la storia di una ragazzina che muore di una morte orribile e che narra a sua volta, in prima persona, quello che accade a lei dopo la morte e quello che succede ai suoi amici e familiari rimasti nel mondo dei vivi. Il tutto naturalmente romanzato e intrecciato alla storia meno drammatica e più movimentata della caccia al criminale che l’ha uccisa.

Amabili RestiIl libro è scritto abbastanza bene, le pagine scorrono abbastanza leggere e veloci anche se in certi punti si assiste ad alcuni cali di ritmo che rendono la lettura un pochino più pesante e noiosa ma che fortunatamente ritorna presto interessante e scorrevole. Bellissimo il modo in cui la Sebold si è immaginata il mondo dei morti e anche ben caratterizzati tutti i personaggi che agiscono ognuno a modo suo in seguito all’assassinio della bambina. La lettura è in molti punti quasi commovente e profondamente drammatica, soprattutto perchè fa pensare alle decine e decine di casi come quello raccontato che accadono ogni giorno nella vita reale. Molto ben scritti i dialoghi che esprimono molto bene i sentimenti dei protagonisti, personaggi altamente fragili che dimostrano quanto un fatto di quel genere possa distruggere anche l’animo più forte ed il cuore di pietra più duro di tutti e come sia indispensabile, anche se difficilissimo, avere la forza di fare quotidianamente enormi sacrifici per poter sostenere un dolore tanto profondo.

Da segnalare il capitolo ventiduesimo che segna una vera e propria svolta nella storia e che è sicuramente il capitolo più bello di tutto il libro. Infine, per quanto riguarda il finale, bisogna ammettere che forse arriva un po’ troppo presto e che quindi risulta un po’ troppo frettoloso anche se questo non pregiudica la qualità dell’intero libro.

E’ prevista per l’autunno 2009 anche l’uscita del film tratto dal libro, il lungometraggio sarà diretto da Peter Jackson e vedrà tra i protagonisti attori del calibro di Mark Wahlberg, Rachel Weisz, Susan Sarandon, Stanley Tucci e Saoirse Ronan.

Non mi resta che consigliarvi la lettura di questo libro, soprattutto se amate le storie drammatiche e commoventi che però non si limitano a raccontare i fatti ma anche a guardare all’interno del labirintico mondo delle emozioni umane.

Il nuovo

1 dicembre 2008 alle 17:51 | Pubblicato su Cinema | 7 commenti

Oggi propongo un intervento abbastanza veloce. In mancanza di computer mi sono visto un bel po’ di film, alcuni che non avevo mai visto ed altri invece già conosciuti ma che riguardo sempre con molto piacere; uno di questi ultimi è il penultimo film della Disney Pixar Ratatouille che trovo, senza mezzi termini, uno dei migliori film d’animazione mai realizzati in tutta la storia del cinema (ma non il solo… sapete cosa penso di Wall•e).

In questo articoletto non voglio commentare il film o scriverne una recensione personale, che magari posterò in futuro, ma vorrei soffermarmi su uno dei migliori monologhi che io abbia sentito in questo ultimo periodo e che si trova proprio nel filnale di questo film. 

https://i0.wp.com/img352.imageshack.us/img352/4443/anton20egoqr1.jpg

Anton Ego, critico culinario, recensisce quello che per lui è il nuovo, la novità e l’innovazione… E’ disarmante la profondità e la veridicità del messaggio che queste poche righe hanno ed è altrettanto magnifico che un film d’animazione, che fino a poco tempo fa era vsto solamente come “d’intrattenimento”, possa riuscire a coniugare la tecnica, l’intrattenimento e la qualità della storia in modo tanto perfetto.

Lascio quindi la parola ad Anton Ego:

“Per molti versi la professione del critico è facile: rischiamo molto poco pur approfittando del grande potere che abbiamo su coloro che sottopongono il proprio lavoro al nostro giudizio. Prosperiamo grazie alle recensioni negative che sono uno spasso da scrivere e da leggere. Ma la triste realtà, cui ci dobbiamo rassegnare, è che nel grande disegno delle cose, anche l’opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale. Ma ci sono occasioni in cui un critico qualcosa rischia davvero. Ad esempio, nello scoprire e difendere il nuovo. Il mondo è spesso avverso ai nuovi talenti e alle nuove creazioni: al nuovo servono sostenitori! Ieri sera mi sono imbattuto in qualcosa di nuovo, un pasto straordinario di provenienza assolutamente imprevedibile. Affermare che sia la cucina, sia il suo artefice abbiano messo in crisi le mie convinzioni sull’alta cucina, è a dir poco riduttivo: hanno scosso le fondamenta stesse del mio essere! In passato non ho fatto mistero del mio sdegno per il famoso motto dello chef Gusteau “Chiunque può cucinare!”, ma ora, soltanto ora, comprendo appieno ciò che egli intendesse dire: non tutti possono diventare dei grandi artisti, ma un grande artista può celarsi in chiunque. E’ difficile immaginare origini più umili di quelle del genio che ora guida il ristorante Gusteau’s e che secondo l’opinione di chi scrive, è niente di meno che il miglior chef di tutta la Francia! Tornerò presto al ristorante Gusteau’s, di cui non sarò mai sazio!” 

“Anton Ego”

Non c’è nient’altro da dire.

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