And the Oscar goes to…

23 febbraio 2009 alle 19:47 | Pubblicato su Cinema | 6 commenti

Una delusione. Ho sperato fino alla fine in una specie di miracolo, credevo nella possibilità di una nottata sorprendente e piena di cose inaspettate e piacevoli ed invece tutto è andato come si poteva prevedere da tempo, pochissime sorprese, show abbastanza piatto, incolore fino a diventare quasi noioso.

Slumdog Millionaire porta a casa ben 8 statuette dorate, alcPoster Oscar 2009une delle quali assolutamente incomprensibili; un risultato alquanto esagerato, soprattutto prendendo in considerazione i diretti avversari del film di Danny Boyle che, secondo chi scrive, avrebbero meritato più riconoscimenti. I premi per le categorie più importanti (Miglior film e regia) a pochi giorni dalla cerimonia, con la consegna degli ultimi premi di categoria, erano quasi scontati anche se da parte mia poco comprensibili dato che ritengo Slumdog Millionaire un film godibile, ben diretto e ben scritto ma non proprio meritevole di un premio tanto prestigioso quanto l’Oscar. Il curioso caso di Benjamin Button vince solamente per il numero di nomination, infatti su 13 candidature riesce a portare a casa solamente 3 statuette e tutte in categorie tecniche (Miglior trucco, effetti visivi e scenografie), questo a parere mio doveva essere il film vincitore in assoluto perchè ottimo sotto tutti gli aspetti, migliore in tutto e per tutto a The millionaire.

Una piccola sorpresa proviene dalla vittoria di Sean Penn come miglior attore protagonista per Milk a discapito della più prevedibile vittoria di Mickey Rourke che rimane invece a bocca asciutta. Un’ emozionatissima Kate Winslet porta finalemente a casa il premio che le spetta da tempo anche se sembra più un riconoscimento alla carriera e per le numerose candidature fallite dell’attrice dato che la sua interpretazione in The reader è inferiore a quelle delle sue concorrenti. Facili da prevedere le vittorie di Heath Ledger, oscar postumo per il ruolo de il Joker ne Il cavaliere oscuro, e di Penelope Cruz nelle categorie per miglior attore/attrice non protagonista.

Wall-e oscar

Wall•e vince solamente come Miglior film d’animazione, cosa per me abbastanza scandalosa; meritava assolutamente la vittoria anche nelle categorie Miglior colonna sonora, per lo stupendo il lavoro di Thomas Newman (Prima o poi lo vincerà un Oscar?) e Canzone per film, per Down to earth di Peter Gabriel, entrambe vinte inspiegabilmente da Slumdog Millionaire. Un po’ meno amara la sconfitta nella categoria Sound editing vinta meritatamente da Il cavaliere oscuro.

Per il resto, la parte migliore dello show è sicuramente Hugh Jackman che prepara uno spettacolo interessante in parte, con un’apertura  molto apprezzabile e divertente dove dimostra doti canore invidiabili insieme ad una grandissima Anne Hathaway. Divertentissimo Jack Black, che insieme a Jennifer Aniston, presenta in un modo alquanto inusuale, ma non per lui, la categoria dei film d’animazione.

Infine, vorrei non farlo, ecco gli imbarazzanti risultati delle mie, troppo speranzose, pervisioni (Ricordo che riguardano solamente le categorie più importanti). Su 10 categorie ne ho indovinate solamente… 5! Se inventassero un Oscar per le migliori previsioni non avrei alcuna possibilità di vincere. Un risultato alquanto deludente.

Tre in uno…

8 febbraio 2009 alle 18:31 | Pubblicato su Cinema | 3 commenti

Recentemente, nonostante il periodo abbastanza impegnativo, sono riuscito ad andare al cinema spesso e a vedere quindi alcuni dei film che più mi interessavano.

MilkMilk

Questo film è essenzialmente una perfetta ricostruzione storica della vita di Harvey Milk, primo uomo omosessuale a coprire una carica politica pubblica negli Stati Uniti d’America. Tutto il film è un vortice di emozioni continue. E’ impossibile non affezionarsi ai protagonisti grazie alle ottime interpretazioni di tutto il cast, soprattutto quella di Sean Penn che merita l’Oscar. Tutto il reparto artistico ha fatto un ottimo lavoro: ambientazioni, costumi, scenografie, tutto perfettamente credibile. Gus Van Sant firma una regia coinvolgente e il montaggio crea un continuo senso di attesa e di speranza. Nonostante l’esito della vicenda lo si conosca fin dall’inizio, la parte finale rimane molto d’effetto e funziona molto bene. Un film attualissimo nonostante si parli del passato, si parla di temi attuali in chiave storica, non c’era periodo migliore per fare questo lungometraggio. Lo consiglio vivamente a tutti.

 

Revolutionary RoadRevolutionary Road

L’illusione della perfezione, la paura del cambiamento, la consapevolezza del fallimento e la ricerca di una soluzione. Il film di Sam Mendes parla di tutto ciò. Raccontando la storia di una famiglia apparentemente perfetta si approfondiscono temi importanti, attuali e molto presenti nella vita di tutti. Una visione triste e pessimistica della concezione comune di felicità. I temi molto interessanti sono trattati bene, la storia è adatta ma si fa troppa fatica ad avvicinarsi ai protagonisti, è difficile immedesimarsi in loro nonostante le ottime prove attoriali, Kate Winslet e Leonardo di Caprio formano una coppia formidabile. Una visione più ampia della vicenda avrebbe sicuramente aiutato il film a rimanere più impresso nella mente dello spettatore. La regia è ricca di spunti interessanti e la ricostruzione storica ed ambientale del tempo è perfetta. Nota molto positiva è rappresentata dalle musiche, esse accompagnano l’evolversi della vicenda in modo delicato e molto aderente. Personalmente mi aspettavo qualche cosa in più ma rimane un film di ottima fattura.

 

Il dubbio (Doubt)Il dubbio

“Il dubbio è un vincolo potente quanto la certezza”. Con queste parole Padre Flynn, interpretato da un ottimo Philip Seymour Hoffman, apre uno dei suoi sermoni domenicali, non ci sono parole migliori per descrivere il film che racconta la sua storia. La razionalità e la ragione sono spesso offuscate dalla certezza e dalla convinzione derivanti da ipotesi e supposizioni diventate fatti reali grazie all’influenza dell’egoismo e della natura stessa dell’uomo che è difficile da modificare nonostante l’evoluzione del mondo lo richieda; così nasce lo splendido conflitto che da origine alla storia de “Il dubbio”. Un ottimo film, interpretazioni perfette, tutti i personaggi sono raccontati a 360° e offrono personalità molto interessanti, tutte diverse e tutte ben approfondite. Il regista, tramite impercettibili movimenti di camera e strane angolature, rende il film mobile e dona un senso di incertezza nello spettatore che si ritrova molto coinvolto. Unica pecca è forse la troppa semplicità e linearità della trama, qualche complicazione in più avrebbe reso sicuramente la vicenda più coinvolgente che rimane comunque molto ben raccontata. Si poteva osare di più.

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