Harry Potter e il principe mezzosangue

17 luglio 2009 alle 19:20 | Pubblicato su Cinema | 1 commento

E’ arrivato finalmente nei cinema di tutto il mondo l’attesissimo adattamento cinematografico del sesto libro della saga letteraria creata da J.K.Rowling. Harry Potter e il principe mezzosangue è un film discontinuo che presenta alti e bassi in tutti i suoi aspetti e che, personalmente, è una piccola delusione

Esistono due modi, entrambi validi, di analizzare un film di Harry Potter; il primo è prendendo il film come un’opera cinematografica componente una saga anch’essa cinematografica e analizzarlo come tale, il secondo è tenendo conto del fatto che si tratta pur sempre di una trasposizione di un libro e quindi un derivato da un’altra opera. Personalmente preferisco il primo metodo, soprattutto per il fatto che solitamente, in questo modo, i film possono essere giudicati, almeno in parte, soddisfacenti. Harry Potter e il principe mezzosangue non è un’eccezione e si presenta moderatamente deludente nel primo caso e deludente nel secondo.

Harry Potter 6 poster 1

Partendo dal fatto che probabilmente il sesto libro è il migliore della saga purtroppo non si può dire la stessa cosa della sua controparte cinematografica. Punto debole del film è senza dubbio la sceneggiatura; se da una parte si presenta più scorrevole e meno spezzettata rispetto a quella del quinto film, dall’atra ci sono buchi narrativi, scelte poco felici per quanto riguarda i dialoghi ed errori di causa-effetto che la rendono appunto il tallone d’Achille del film. Durante tutto il film accade davvero poco, i fatti narrati hanno di rado delle conseguenze e alcuni di essi sembrano inseriti nel film sbagliato o non hanno alcuna ragion d’essere. Il tentativo di bilanciare le scene dark con quelle più leggere è abbastanza riuscito a parte qualche episodio in cui, a parere mio, lo sceneggiatore ha calcato un po’ troppo il polso e come risultato si sono ottenute alcune sequenza addirittura imbarazzanti e alquanto inadatte ad un film di Harry Potter. E’ difficile capire con chiarezza quale sia l’intento del film dato che non esiste una trama principale e ci si trova davanti ad avvenimenti slegati tra loro che non hanno né un inzio né una fine. La regia è fortunatamenteHarry Potter 6 poster 2 migliorata rispetto al film precedente e sembra quindi che il regista si sia trovato un po’ più a suo agio inserendo ogni tanto qualche inquadratura interessante che spezza un po’ la piattezza generale. Le musiche sono quasi inesistenti e, quando si sentono, sono inadatte e brutte, sicuramente contribuiscono a rendere poco efficaci le scene più importanti del film che non riescono a trascinare lo spettatore nella spirale emotiva che, in teoria, dovrebbero creare. Apprezzabile la cura con la quale ci si è impegnati ad inserire rimandi a film precedenti e strizzatine d’occhio agli spettatori più attenti e fedeli alla saga sia letteraria che cinematografica. L’aspetto tecnico miglior sfruttato è sicuramente la fotografia, i colori spenti e molto malinconici aiutano a trasmettere meglio l’atmosfera di tristezza e di preludio all’epilogo che si dovrebbe respirare durante tutta la visione.

Le prove attoriali sono apprezzabili. Il cast adulto è sicuramente migliore di quello più giovane e spiccano su tutte le interpretazioni di Michael Gambon (Albus Silente) e di Jim Broadbent (Horace Lumacorno). Il, fino ad ora, nascosto interprete di Draco Malfoy, Tom Felton, trova qui un po’ più di spazio e si dimostra in grado di trasmettere lo spirito inquieto del suo personaggio molto bene. Per quanto riguarda il trio protagonista è da notare la bravura di Emma Watson e le grandi capacità comiche di Rupert Grint; rimane purtroppo nascosta la, forse esistente, bravura di Daniel Radcliffe.

Tirando le somme il film non può che uscire sconfitto nel confronto con la, per ora, miglior trasposizione della saga: Il prigioniero di Azkaban. La delusione è molta e la riconferma dello stesso regista per gli imminenti seguiti, già in fase di riprese, non fanno altro che creare preoccupazione per le sorti cinematografiche di una delle saghe più prolifiche e famose di tutti i tempi. Speriamo che si riesca una volta per tutte ad offrire ai fan e non un degno epilogo alla meravigliosa creatura, che una certa scrittrice inglese, ci ha regalato.

Buona notte e sogni… lucidi

11 luglio 2009 alle 18:38 | Pubblicato su Attualità | 3 commenti

E’ ormai da tempo che mi sto interessando ad un fenomeno sconosciuto alla maggior parte delle persone e molto affascinante e curioso. Navigando senza meta nell’immenso oceano di internet mi sono imbattuto in una strana definizione, quella di sogno lucido.

Def.: L’onironautica, o sogno lucido (dall’inglese lucid dream), è un’esperienza durante la quale si può prendere coscienza del fatto di stare sognando. Il sognatore in questione, detto onironauta, può quindi, con la pratica, esplorare e modificare a piacere il proprio sogno. (Fonte: Wikipedia)

Già da questa definizione è impossibile rimanere impassibili alle grandissime possibilità che questo fenomeno offre; il cervello umano rimane ancora oggi per la maggior parte un’incognita e sicuramente è capace di cose che non possiamo nemmeno immaginare. Lo studio dei sogni è troppo spesso ed erroneamente associato alle arti magiche di predizione del futuro e a quella non-scienza che è l’astrologia; molti studiosi di fama mondiale si sono interrogati sul perchè dell’esistenza dei sogni, sul loro scopo e sul loro significato. La “scoperta” del sogno lucido ha aiutato a rispondere a piccole domande che non riescono ancora a dare un quadro completo sul fenomeno in generale ma che hanno dato la possibilità di ricreare artificialmente tale capacità in modo da poterla studiare meglio e renderla accessibile a tutti.

In generale tutti siamo in grado di prendere coscienza durante i sogni, la barriera che spesso ce lo impedisce è costituita dall’abitudine e dal pensare comune che relega l’arte del sogno ad essere una semplice e naturale esperienza notturna. Molti studi hanno dimostrato che i bambini, prima di subire le influenze della società moderna, sono molto abituati ad avere tali esperienze e che questa capacità viene meno quando le regole imposte dalla società insegnano al bambino a pensare in una determinata maniera. Tale tesi è avvalorata dal fatto che questa tipologia di manifestazione è più comune nei paesi orientali dove la mentalità dell’individio è totalmente diversa da quella occidentale e più concentrata sullo spirito e sull’astratto.

Riprendendo quello scritto poco prima, gli studiosi sono riusciti a dare un’ incompleta spiegazione tecnica e scientifica al fenomeno riuscendo a inventare alcune tecniche in grado di portare l’individuo a sperimentare tale manifestazione. La maggior parte di tali tecniche riguardano il lavoro individuale e interiore che necessità costanza, pazienza, dedizione e concentrazione. Con un po’ di fortuna e abbastanza impegno è possibile avere risultati in poco tempo anche se questi potrebbero risultare, inizialmente, insoddisfacenti, dato il basso grado di lucidità che si potrà raggiungere. Parlando della mia esperienza personale, posso affermare che lo scetticismo che principalmente caratterizzava il mio interesse in un primo momento, si è ora trasformato in un credo profondo essendo riuscito a sperimentare in prima persona tale cosa e avendola trovata di una sensazionale bellezza. La capacità di poter controllare i propri sogni può essere tanto divertente quanto utile; è possibile vivere esperienze di fatto impossibili, vivere situazioni impensabili e incredibili, provare emozioni sconosciute.

Dato che questo intervento sta diventando alquanto lungo, mi rendo conto che le cose da dire sono fin troppe per un solo post. Per approfondire l’argomento esiste un sito italiano molto esauriente e quotidianamente aggiornato dotato anche di forum frequentato da tantissime persone interessate a questo fenomeno: www.sognilucidi.it. Data la mia nota passione per il cinema, vi consiglio un film che tratta di questo argomento e che personalmente amo molto; Waking life.

Credo che da questo post si capisca anche in parte da dove deriva la scelta per l’intestazione di questo blog.

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