Alice in wonderland

17 marzo 2010 alle 22:01 | Pubblicato su Cinema | 2 commenti

Fin dal momento in cui si è saputo che Tim Burton avrebbe portato sul grande schermo una nuova trasposizione della storia di Alice nel paese delle meraviglie di Carroll ero sicuro che sarebbe stato un successo; lo stile che contraddistingue i lavori di Burton si addicono molto alle atmosfere che questa storia porta con se e quindi non c’era da far altro che aspettarsi un gran bel film come il buon Tim ormai ci ha abituato.

Alice in wonderland poster

Queste premesse purtroppo non si sono per nulla avverate e quello che ci si poteva aspettare non lo si vede nemmeno di striscio; Burton confeziona un prodotto poco efficace che non soddisfa coloro che aspettano con trepidazione ogni film del regista. Il problema forse è proprio questo: le aspettative. Dopo veri e propri capolavori e altri film meno belli ma comunque sopra la media, l’associare al nome del regista la qualità di un film viene quasi automatico e si arriva quasi a pensare alla firma come ad una garanzia di qualità. E’ scontato dire che questo è sbagliatissimo e spesso conduce a vere e proprie delusioni come successo in questo caso. La storia che hanno voluto raccontare, una sorta di sequel degli avvenimenti narrati nei romanzi, non ha il giusto appeal ed è talmente piatta e scontata che coinvolge molto poco e intrattiene ancora meno. La linea narrativa è di quelle viste e straviste, non contiene alcun colpo di scena credibile e il ritmo è scostante e a tratti troppo lento. In questo contesto purtroppo non possono funzionare fin troppo bene i personaggi che eseguono azioniAlice in wonderland poster sconclusionate di cui non se ne riesce a comprendere a fondo l’intento; emblema di ciò è il personaggio principale: Alice. Nonostante la buona interpretazione di Mia Wasikowska, il personaggio non ha un’evoluzione e si ritrova a dover affrontare avvenimenti senza che possa fare una scelta o prendere una decisione; la scusa del destino predeterminato in questo caso funziona molto male e non giova affatto a questo personaggio. Discorso diverso invece per il cappellaio matto che diventa una specie di co-protagonista ma anche una sorta di macchietta, colpa anche del solito Depp che, con le sue ormai straconosciute mimiche facciali, rende questo personaggio troppo cartoonesco e poco plausibile. Brava invece Helena Bonham Carter, probabilmente la migliore del cast, che come regina rossa funziona bene nonostante la caratterizzazione un po’ debole.

L’aspetto visivo del film soddisfa in parte in quanto il paese delle meraviglie è molto ben costruito ma fin troppo finto; si può capire la volontà del regista di non rendere il tutto troppo realistico, parliamo sempre e comunque di un mondo fantastico, ma rimane comunque quella sensazione di gommoso e plasticoso che personalmente infastidisce parecchio e influisce negativamente nella riuscita del film. I vari personaggi creati in digitale funzionano benino, discretamente caratterizzati e alcuni di essi talmente strambi e fuori di testa da essere irresistibilmente divertenti. Punto forte del film sono invece le musiche di Danny Elfman che conferma la sua grande capacità di adattarsi bene alle storie raccontate da Burton e di creare quei motivi molto orecchiabili che lo contraddistinguono dagli altri compositori. Infine il fattore 3D, aggiunto solamente in post-produzione, si rivela essere solamente un ottimo modo per gonfiare gli incassi e attirare ancora più gente nelle sale dato che il risultato dimostra quanto non è uno strumento indispensabile per la buona riuscita, anche visiva, del film.

L’impressione finale è dunque quella di un grande passo falso per uno dei miei registi preferiti che spero ritornerà a raccontarci storie originali e fresche come ha già dimostrato di saper fare in passato. Provo un dispiacere immenso a parlare in questo modo di questo regista ma credo sia almeno condivisibile pensare a questo Alice in wonderland come ad uno dei suoi peggiori film.

Oscar 2010, un commento

10 marzo 2010 alle 12:04 | Pubblicato su Cinema | 2 commenti

L’anno scorso la serata degli Oscar mi aveva lasciato con l’amaro in bocca; la vittoria di un film sì bello ma non meritevole di un riconoscimento di tale portata, per di più a scapito di film molto migliori, mi aveva parecchio deluso. Non si può di certo dire la stessa cosa per l’edizione 2010 che invece mi è piaciuta sotto molti punti di vista. Le vittorie di The hurt locker, seppur non tutte pronosticate correttamente da chi scrive, le trovo assolutamente meritate e, nonostante avrei preferito una miglior spartizione dei premi più importanti tra i tanti bei film nominati, mi posso ritenere soddisfatto.

Kathyn Bigelow Oscar

Sicuramente il momento più importante, e che verrà ricordato per sempre, è la vittoria di Kathryn Bigelow come Miglior regista, la prima donna a vincere tale premio. Il suo lavoro dietro la macchina da presa in The hurt locker si merita tutti i riconoscimenti possibili; la concorrenza non era spietata ma le possibilità di vittoria dell’ex-marito, James Cameron, non erano poche. E proprio parlando di Cameron e del suo Avatar avrei preferito vederlo vincente nella categoria Miglior film, non tanto per l’alta qualità del film ma più che altro per il fenomeno di massa che ha creato, una cosa vista poche volte; dobbiamo accontentarci di vederlo vittorioso solamente in categorie tecniche, le mancate nomination alla sceneggiatura e agli attori potevano essere segnali importanti per prevedere l’esito effettivo. Grandi sconfitti della serata sono Tra le nuvole e Bastardi senza gloria che tornano a casa a mani vuote nonostante le varie candidature. Se per il primo non c’erano molte aspettative, per il film di Tarantino invece ci si auspicava almeno la vittoria per la sceneggiatura originale andata invece a The hurt locker; lo script di Tarantino è sicuramente il migliore tra i nominati e meritava più di tutti la vittoria. UP vince invece due Oscar: Miglior film d’animazione e Miglior colonna sonora; risultato molto soddisfacente anche per la candidatura ottenuta per concorrere a Miglior film.

Per quanto riguarda invece gli attori non si può dire molto. Le vittorie di Christoph Waltz, Mo’nique e Sandra Bullock erano quasi scontate, quella di Jeff Bridges, seppur probabile, era più incerta. Non ho ancora visto la sua prestazione, lo farò presto, ma credevo di più in quella di Morgan Freeman in Invictus di Clint Easwood. La qualità del film di Eastwood ha probabilmente giocato un ruolo negativo nell’assegnazione della statuetta in quanto, nonostante l’ottima prova di Freeman, la sceneggiatura penalizza un po’ il suo personaggio.

Per il resto lo show presentato da Steve Martin e Alec Baldwin ha offerto ottimi momenti di comicità anche grazie all’apporto di altri attori come un Ben Stiller in versione Na’Vi o una rivisitazione delle scene più inquietanti dell’horror Paranormal Activity da parte degli stessi Martin e Baldwin.

E, come l’anno scorso, in chiusura, gli imbarazzanti (ancora una volta) risultati delle mie previsioni. Su 10 previsioni (le categorie più importanti) ne ho indovinate ben 5… Insomma, esattamente come l’anno scorso. Diciamo che forse è meglio che cominci ad interessarmi ad altro.

Invictus

7 marzo 2010 alle 14:59 | Pubblicato su Cinema | Lascia un commento

Per unificare un popolo diviso non solo dal colore della pelle ma anche da opposti ideali e da odio reciproco serve ispirazione. L’ispirazione regola l’agire umano, le sue ragioni e le emozioni che lo influenzano; per questo, quello che può sembrare solamente un mero divertimento può diventare qualche cosa di più importante e può assumere un ruolo fondamentale al fine di far attrarre gli opposti e creare un indissolubile legame tra il bianco e il nero.

Con Invictus, Clint Eastwood vuole raccontare uno degli episodi storici più belli di sempre. Nelson Mandela, dopo anni passati in carcere, viene eletto presidente del Sudafrica e cerca un modo per portare ispirazione nel popolo diviso. Tramite un campionato mondiale di Rugby e i legami che solo una passione comune può creare, riuscirà a ispirare il popolo sudafricano e a riunificare il Paese.

Invictus poster

Quando ci si dirige verso il cinema per andare a vedere un film di Clint Eastwood si prova quel senso di eccitazione che poche cose al mondo possono donare. Il buon Clint ci ha abituato davvero bene e la sua firma è ormai garanzia di originalità e qualità. Sarebbe davvero bello poter estendere queste considerazioni anche a questo film; purtroppo però ciò è impossibile dato che si discosta non poco dagli stilemi e dallo standard che da un regista come lui ci dovremmo aspettare. Il soggetto di partenza, sia la realtà storica che il libro da cui è tratto, ha un potenziale incredibile da cui si poteva estrarre un prodotto profondo e importante; purtroppo il tutto non è stato sfruttato a dovere e il film risulta poco costante nei suoi pregi, piatto e a tratti superficiale. Nonostante tutto questo, l’aggettivo brutto non è quello giusto per catalogare questo film in quanto ha la caratteristica di avere picchi di grande qualità intervallati da momenti molto meno ispirati e al limite dell’inutile. La sceneggiatura offre infatti una buona prima parte che presenta una discreta, seppur troppo superficiale, caratterizzazione del personaggio principale e da dialoghi scorrevoli anche se a tratti scialbi e poco incisivi. Il problema maggiore di questo film è il fatto che ciò che dovrebbe fare da contorno alla trama principale, le partite di Rugby, diventa a mano a mano sempre più il protagonista assoluto rendendo il risultato finale un po’ inconcludente; sembra quasi che ad un certo punto ci sia la volontà di cambiare quasi genere e deviare verso un prodotto più d’intrattenimento e che punta meno sui temi importanti e introdotti all’inizio. E’ forse anche per questo che i personaggi non risultano forti come ci si aspetterebbe e le interpretazioni degli attori, seppur eccezionali, rimangono un po’ troppo penalizzate. L’atmosfera che si respira durante la visione funziona bene eInvictus poster crea un ottima base per riuscire ad emozionare come si deve lo spettatore in vista del finale che risulta appunto coinvolgente al punto giusto lasciando, una volta finiti i titoli di coda, un senso di gioia e felicità. Un ruolo importante in questo lo giocano sicuramente le musiche molto azzeccate e dalle caratteristiche sfumature africane. Il lavoro svolto da Eastwood dietro la macchina da presa non è proprio eccezionale anche se riesce a trasmettere la durezza di un gioco come il Rugby rendendo le varie partite rappresentate sempre diverse e belle da vedere; un tocco più leggero e intimo lo si percepisce in scene meno movimentate come la parte che si svolge nelle prigioni dove Mandela era rinchiuso.

In fin dei conti si tratta di una mezza delusione; un mezzo passo falso che non influisce minimamente su ciò che penso di Clint Eastwood: un grande regista provvisto di coraggio, di buone idee e ottime capacità registiche che sicuramente sarà in grado di regalarci altri indimenticabili capolavori. Instancabile lavoratore è già sul set del suo prossimo film dal titolo Hereafter, un thriller soprannaturale assolutamente da non perdere.

Previsioni Oscar 2010

5 marzo 2010 alle 19:34 | Pubblicato su Cinema | 1 commento

Ed eccomi qui anche quest’anno a scrivere le mie previsioni per gli Accademy awards 2010. Le nomination, rese note già da qualche tempo, non hanno riservato molte sorprese e quest’anno, più che mai, alcune categorie risultano essere quasi sicure per quanto riguarda il vincitore; si tratta soprattutto delle categorie a carattere tecnico nelle quali compare il nome del film che più di Oscar 2010qualunque altro ha fatto parlare di sé soprattutto per le sue qualità tecniche: Avatar. Le novità dello show e delle premiazioni di quest’anno riguardano il metodo di votazione da parte dei membri dell’Accademy che potrebbe riservare alcune sorprese; già il fatto di vedere nominati 10 film, al posto di 5, nella categoria Miglior Film potrà rendere le cose meno scontate anche se è ormai sicuro che la statuetta se la giocano sostanzialmente due film. Come feci l’anno scorso per l’edizione 2009, in questo articolo scriverò le mie previsioni dettate da preferenze personali, qualità oggettive e speranze. Proverò a pronosticare i vincitori delle categorie più importanti scrivendo l’elenco dei nominati ed evidenziando in grassetto il mio favorito, il tutto seguito da un breve commento.

Miglior film
Avatar
The hurt locker
Bastardi senza gloria
Tra le nuvole
Up
Precious
An education
A serious man
The blind side
District 9

Nella categoria che aggiudicherà la statuetta più importante compaiono titoli meritevoli di stare nella decina e altri film che personalmente non giudico nemmeno da candidatura. E’ innegabile che la vittoria se la giocano i due film più riconosciuti nei premi di categoria: Avatar e The hurt locker. Se, tra la decina, dovessi scegliere il mio candidato preferito troverei la cosa molto ardua in quanto Bastardi senza gloria e Up sono film che ho adorato e che meriterebbero la statuetta ma che, a mio parere, hanno zero effetive possibilità di aggiudicarsela. Tra i due favoriti, come si vede dal titolo che ho evidenziato, trovo che Avatar abbia una fievole possibilità in più, soprattutto a causa del grandissimo incasso e della “rivoluzione” che, almeno nel campo della cinematografia tecnica, ha portato. The hurt locker comunque ha ottime chance di vincere e se effettivamente si aggiudicherà la vittoria sarà comunque molto meritata. Gli altri film nominati non hanno alcuna possibilità e, a parte per qualche titolo, alcuni devono ritenersi soddisfatti anche della sola candidatura.

Miglior regia
James Cameron (Avatar)
Kathryn Bigelow (The hurl locker)
Quentin Tarantino (Bastardi senza gloria)
Jason Reitman (Tra le nuvole)
Lee Daniels (Precious)

In questa categoria mi sento alquanto sicuro della vittoria di Kathryn Bigelow per The hurt locker. Il suo lavoro dietro la macchina da presa è meritevole di un riconoscimento come questo e trovo che la concorrenza, in questo caso, sia abbastanza debole e non capace di aggiudicarsi la vittoria. Se proprio dovessi scegliere un sostituto punterei su Tarantino ma credo quasi impossibile la sconfitta della Bigelow, soprattutto dopo i numerosi riconoscimenti ottenuti come quello ai DGA. Gli altri candidati, a parte forse James Cameron, non dovrebbero nemmeno sperarci.

Miglior sceneggiatura originale
Bastardi senza gloria
The hurt locker
A serious man
The messenger
Up

L’Oscar per la miglior sceneggiatura originale la vincerà quasi sicuramente Bastardi senza gloria; tra il film candidati è sicuramente uno dei più meritevoli e per Quentin Tarantino sarebbe un grande traguardo che spero lo porti a continuare a scrivere soggetti come questo. La sceneggiatura di The hurt locker la trovo più debole di quella dei Bastardi mentre quella di Up, seppur meritevole, credo che purtroppo  non verrà premiata. A serious man e The messenger non li ho visti e quindi non posso giudicare.

Miglior sceneggiatura non originale
Tra le nuvole
Precious
An education
District 9
In the loop

Anche in questo caso il primo tra i nominati è il mio preferito. Tra le sceneggiature non originali che conosco quella di Tra le nuvole mi sembra la migliore anche se non mi dispiacerebbe la vittoria del buon Distric 9, seppur la ritenga impossibile. Questa è un’altra categoria che ritengo di facile previsione.

Miglior attore protagonista
Jeff Bridges (Crazy heart)
George Clooney (Tra le nuvole)
Jeremy Renner (The hurt locker)
Colin Firth (A single man)
Morgan Freeman (Invictus)

Più che una previsione questa è una speranza. Tra le prestazioni degli attori candidati non ho visto quella di Jeff Bridges e quella di Colin Firth che quindi non posso valutare. Tra quelle invece che ho visto trovo quella di Morgan Freeman nel film di Clint Eastwood eccezionale e assolutamente meritevole di una vittoria così prestigiosa; il suo lavoro sull’accento, la postura e i movimenti del vero Nelson Mandela sfiorano quasi la metamorfosi e proprio per questo secondo me avrà molte possibilità di vincere l’Accademy in questa categoria. Suo grande rivale potrebbe essere Jeff Bridges che, a quanto pare, offre una prova attoriale strepitosa.

Miglior attrice protagonista
Sandra Bullock (The blind side)
Meril Streep (Julie and Julia)
Carey Mulligan (An education)
Gabby Sibide (Precious)
Helen Mirren (The last station)

Qui devo ammettere di non aver visto nessuna delle prove attoriali candidate e per questo la mia valutazione si basa soprattutto sui riconoscimenti ricevuti dalle varie attrici nei premi di categoria e sulle prestazioni dei film nei quali recitano al botteghino. Per i motivi appena citati trovo la vittoria di Sandra Bullock molto probabile in quanto reginetta del box office americano e vincitrice di altri premi per le sue interpretazioni.

Miglior attore non protagonista
Cristoph Waltz (Bastardi senza gloria)
Woody Harrelson (The messenger)
Stanley Tucci (Amabili resti)
Christopher Plummer (The last station)
Matt Damon (Invictus)

Questa categoria rientra tra quelle di facile previsione in quanto Christoph Waltz ha praticamente vinto tutto il vincibile fino ad ora e la sua interpretazione, anche grazie ad un personaggio ottimamente scritto, è assolutamente meritevole della statuetta. Esso gareggia con altrettante buonissime prove attoriali, sopra tutte quella di Stanely Tucci in Amabili resti o anche quella del bravo Matt Damon in Invictus. I lavori di Harrelson e Plummer non li conosco e quindi non posso valutarli.

Miglior attrice non protagonista
Mo’nique (Precious)
Anna Kendrick (Tra le nuvole)
Vera Farmiga (Tra le nuvole)
Penelope Cruz (Nine)
Maggie Gillenhaal (Crazy heart)

Tra queste interpretazioni ho potuto vedere solamente quelle delle due attrici di Tra le nuvole che comunque non credo potranno concorrere per la vittoria. Maggie Gillenhaal, nonostante non abbia visto la sua prova attoriale, sembra aver fatto un ottimo lavoro sul suo personaggio anche se credo che non sia la favorita a favore di Mo’nique che, come già detto per il candidato nella categoria di Miglior attore protagonista, proviene da una serie di importanti riconoscimenti che le permetteranno agevolmente di vincere anche questa volta.

Miglior film d’animazione
Up
The fantastic Mr. Fox
Coraline e la porta magica
La principessa e il ranocchio
The secret of kells

Quest’anno in questa categoria se la giocheranno in cinque anche se, come ormai è quasi scontato, il favorito è sicuramente il film di casa Pixar, forte anche dell’ottima nomination a Miglior film. I concorrenti sono comunque forti, soprattutto Coraline e la porta magica e The fantastic Mr. Fox che potrebbero dare dei grattacapi a Up. Nonostante questo mi sento abbastanza sicuro nel puntare sul film Pixar senza troppi pensieri. La principessa e il ranocchio, mezzo flop al botteghino, non ha alcune chance mentre The secret of kells non lo conosco.

Miglior film straniero
The secret in their eyes (Argentina)
Un profeta (Francia)
Il nastro bianco (Germania)
Ajami (Israele)
Il canto di Paloma (Perù)

Il film di Michael Haneke mi sembra il più forte tra i contendenti alla statuetta anche se ha come avversario Un profeta, film francese che si è aggiudicato molti riconoscimenti. Trovo comunque che Il nastro bianco abbia più possibilità anche grazie ai temi trattati che sono sempre molto apprezzati e presi in considerazione dai membri dell’Accademy. Un peccato non vedere, almeno nella cinquina, Baaria di Giuseppe Tornatore.

Con quest’ultimo commento concludo le mie previsioni tralasciando le gategorie tecniche e le meno importanti tra tutte. La cerimonia di premiazione si terrà il 7 Marzo 2010 (8 Marzo notte per l’Italia) sperando in uno show frizzante, divertente e con vittorie meritate.

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