Il tempo passa e tu… tu non cambi mai.

26 marzo 2011 alle 20:42 | Pubblicato su Riflessioni | 3 commenti

Come ogni anno il giorno del mio compleanno si avvicina inesorabilmente a grandi falcate e ciò mi porta all’annuale bilancio consuntivo sulla mia esistenza. Ciò che odio di più di questa situazione è il fatto di ritrovarmi sempre davanti la stessa sfocata fotografia, di un anno più vecchia ma per nulla diversa. In 365 giorni accadono tantissime cose, alcune belle e altre brutte ma è frustrante ritornare sempre al punto di partenza; sono bloccato in un circolo vizioso che mi fa girare a vuoto e che mi riporta sempre indietro anche quando credo di fare grandi passi avanti.

I perché senza risposta sono sempre i soliti e quelle che credo essere soluzioni definitive non si rivelano essere altro che vaghi giri di parole che nell’atto della pratica diventano inutili e senza senso. Sono tormentato dalle mie insoddisfazioni, non trovo mai i rimedi giusti e obbligo sempre me stesso a chiudere gli occhi e far finta di niente; mento per dare una parvenza di serenità che in realtà non esiste. Mi ritrovo sempre a desiderare quello che non posso avere e non imparo mai a capire quello che posso o non posso raggiungere. Ormai riconosco i miei numerosi limiti ma nutro sempre la speranza che in qualche modo, in futuro, potrò riuscire a superarli e a far contento me stesso almeno per una volta. Mi viene il serio dubbio che non ci sia la reale possibilità di cambiare le cose e che qualsiasi sforzo si faccia siamo in qualche modo vincolati a quello che siamo davvero, a ciò che stabilisce le nostre possibilità e i nostri orizzonti. L’unica cosa intelligente da fare è imparare ad accettare tali limiti anche se per la maggior parte non piacciono. La vita non è quasi mai riconoscente, non apprezza gli sforzi che si fanno, procede il suo corso senza guardare in faccia nessuno e bisogna prenderla per quella che è.

Rileggendo queste parole mi spavento perché ho sempre la paura di cadere nell’odiosa autocommiserazione che è ancora peggio di tutto il resto perché ti pietrifica e ti rende ancora più orribile ai tuoi occhi e a quelli degli altri. Non è questa la mia intenzione, io voglio reagire, voglio scappare, voglio inseguire una soluzione anche se questa sembra allontanarsi sempre di più ad ogni passo che faccio verso di lei. Alla fine il giorno del compleanno permette di conoscere se stessi meglio, offre un termine temporale importante per quantificare i nostri progressi, farci capire quanto ancora possiamo fare per migliorarci e, per me importantissimo, un punto di inizio, per ricominciare ad avere fiducia, per potersi lasciare alle spalle ciò che non serve e per poter mettere in pratica ciò che si impara.

Irrazionalità serale

8 gennaio 2011 alle 19:34 | Pubblicato su Riflessioni | Lascia un commento

Inizio questo primo intervento del 2011 augurando a tutti coloro che leggono questo blog un felice anno nuovo nella speranza che possiate passare un anno pieno di belle novità e tante gradite sorprese.

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Questo sarà un intervento un po’ anomalo e diverso da quelli che solitamente scrivo. E’ da parecchio tempo che sto facendo caso ad una cosa che probabilmente ci accomuna tutti come esseri umani e a cui, secondo me, non diamo troppa importanza quando invece, forse, la meriterebbe. Riuscire a definirla è per me un’impresa e solo trovare un titolo a questo post per rendere l’idea è stato molto difficile. L’ho chiamata irrazionalità serale e non è altro che quell’insieme di pensieri e riflessioni che ci si ritrova a fare la sera, prima di addormentarsi, che al momento sembrano idee geniali e rivoluzionarie ma che con solo un piccolo granello di lucidità, che ritroviamo il mattino, si trasformano in vere e proprie assurdità. Riuscite a capirmi? Naturalmente ho volutamente esagerato con i termini ma, almeno nel mio caso, la cosa funziona proprio in questo modo. Spesso infatti, mentre provo a prendere sonno, mi ritrovo a pensare alla giornata appena passata, ai miei desideri, ai miei sogni e, in quella condizione, riesco praticamente sempre a trovare semplici ed efficaci soluzioni ai miei problemi. Il brutto della cosa, come dicevo prima, è proprio il fatto che, con un po’ più di capacità di ragionamento e lucidità mentale, il tutto diventi difficile e irrealizzabile solamente per il fatto che la mia parte razionale cerca in tutti i modi degli ostacoli impedendomi di realizzare l’opera.

Quello che ora mi chiedo è se tutto ciò serve a qualche cosa o meno. Per ora non ho mai sperimentato sulla cosa ma mi piacerebbe scoprire se quel lato istintivo che prende il predominio su di me la sera può essere utile in qualche modo. Solamente scrivendo questo intervento dimostro senz’altro di essere una persona molto razionale, che vuole trovare una soluzione “scientifica” e credibile a tutto. Vorrei solamente sapere se, vivendo le mie scelte e decisioni con un pizzico in più di istintività e un po’ meno di razionalità, la mia vita potrebbe migliorare in qualche modo. Io credo di sì, sono convinto, nonostante non abbia prove a mio favore, che un po’ meno “cervello” e un po’ più di anima e cuore non possono far altro che rendere le cose migliori. Vorrei dunque imparare ad ascoltare meglio quello che, non so cosa e non so chi, mi suggerisce la sera e lasciare perdere, in determinate circostanze, quello che invece il mio ego impone. Se siete arrivati a leggere fino a questo punto non posso far altro che complimentarmi con voi e vuol dire forse che, in questa cosa, non ho tutti i torti. Dato che siamo solo a inizio gennaio farò diventare quest’idea uno dei tanti propositi per il nuovo anno, nella speranza che effettivamente porti a qualche cosa di buono.

Mi rendo conto che la natura stessa dell’intervento crei contrasto con il suo contenuto ma, e con questo chiudo, l’idea di intervenire in questo modo è nata dall’irrazionalità serale di ieri e quest’articolo non è altro che un suo approfondimento. Se infine avete qualche dubbio sulla mia sanità mentale, posso subito dirvi che probabilmente sono pazzo, e tutto quello che ho scritto lo penso sul serio.

Mi piace andare a letto, non tanto per dormire, più che altro per pensare.

E’ il pensiero che conta…

11 dicembre 2008 alle 21:56 | Pubblicato su Riflessioni | 4 commenti

Sì, come no…

Il Natale si avvicina e, come da tradizione, è buona cosa pensare di fare un regalino alle persone che ti stanno più vicino e a cui vuoi bene. E’ ormai parecchi anni, da quando ho incominciato ad avere relazioni sociali vere, che ho quest’annuale onere ed ora, che ho sviluppato un pensiero concreto e personale su questa situazione, è il momento di parlare; vorrei innanzitutto sapere chi è colui che prima di tutti ha detto: “E’ il pensiero che conta…”, sì, proprio quella frase che tutti dicono ma che nessuno prende sul serio perchè a quanto pare la suddetta persona era un simpaticone che diceva cose serie una volta ogni cento e al quale tutti, in quel preciso momento di lucidità per lui anormale, non hanno creduto; vorrei conoscerlo per stringergli la mano e poi strizzargliela forte fino a spaccargliela perchè da quel momento poteva cambiare il mondo ma a causa della sua stupidità non è successo!

La colpa della recessione, dei pochi soldi delle nostre tasche, della caduta libera della domanda e dell’economia intera a roltoli è solamente sua! Se tutti avessero preso sul serio quelle parole io ora avrei risparmiato anni ed anni di regali stupidi e inutili e sono convinto anche voi! Qual’è la soluzione quindi? Un’idea ce l’avrei: potrei dire io quella frase nel modo più serio possibile ma dopo un articolo del genere ricomincerebbe tutto daccapo, chi mi prenderebbe mai sul serio?

La verità è che non è colpa di quel povero uomo che invece aveva ragione ma delle persone che gli stavano intorno e che non hanno voluto ascoltare quello che aveva da dire perchè dovrebbe veramente contare il pensiero, la gente ormai è sempre meno altruista, vuole ricevere tanto ma senza dare niente, sente solamente quello che desidera sentire, non vuole fare fatica e preferisce sostituire il sentimento con la materia, l’emozione vera e indissolubile con quella falsa e passeggera, e a causa del suo comportamento non conosce la felicità ma una sua falsa copia. Il pensiero non si vede, non si tocca e non si sente ma si può percepire, basta guardare una persona negli occhi, parlarci un po’ insieme e condividere anche le cose più semplici e stupide che ci accadono; è questo il regalo più bello, avere intorno persone che ti vogliono bene e che si accontentano anche solamente di un invisibile pensiero come regalo di Natale. Perchè è così che dovrebbe veramente essere. E’ il pensiero che conta…

Un pensiero a tutti voi.

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