Pirati dei caraibi – Oltre i confini del mare

26 Maggio 2011 alle 18:56 | Pubblicato su Cinema | 2 commenti

E’ uscito ormai settimana scorsa il quarto capitolo della saga di Pirati dei Caraibi e, come da aspettative, il film non porta nulla di nuovo ad un franchise che attira sicuramente ancora molte persone ma che a parere di chi scrive dovrebbe cercare di offrire qualcosa di nuovo per rimanere interessante e per poter intrattenere ancora.

On stranger tides teaser poster

La prima cosa che, ancor prima che uscisse il film, non mi ha convinto è il titolo. La trama è liberamente tratta da un romanzo del 1987 di Tim Powers intitolato in originale On stranger tides che è appunto il titolo del film in lingua originale. In Italia il titolo del libro è stato tradotto con Mari stregati ma il film con un più debole e ripetitivo Oltre i confini del mare; scelta a parere mio sbagliata perché poco fantasiosa rispetto a quella del terzo capitolo (Ai confini del mondo) e meno suggestiva di, appunto, Mari stregati; oltre al fatto che con la trama del film tale titolo italiano non ha nulla a che fare. Tralasciando questo aspetto che ovviamente con la qualità del film non ha nessun legame, ho trovato il film abbastanza discontinuo nei suoi momenti migliori e in linea con il capitolo più debole della passata trilogia, il secondo (La maledizione del forziere fantasma). L’introduzione dei nuovi personaggi quali Angelica (Peneloper Cruz) e Barbanera (Ian McShane) e la conferma di Barbosa (Geoffrey Rush) le ho apprezzate abbastanza, nonostante i primi due non siano propriamente tridimensionali la cosa non disturba e una figura piratesca femminile da un po’ di novità alla storia. I momenti di interazione tra Jack e Angelica sono divertenti e, in vista di capitoli futuri, si può pensare ad una coppia di personaggi ben assortita e utilissima per la rinnovazione della saga. I personaggi del missionario (Sam Claflin) e della sirena (Astrid Berges-Frisbey) portano un po’ di romanticismo nella trama e, se ben sfruttati, potrebbero sostituire degnamente Will (Orlando Bloom) e Elizabeth (Keira Knightley) di cui sinceramente non si sente la mancanza. Mi aspettavo sicuramente molto di più dalla regia di Marshall che in alcuni momenti dimostra di avere qualche idea carina e di poter crerare atmosfere molto belle, penso per esempio alla sequenza che vede coinvolte le sirene, ma che invece svolge il suo lavoro senza inventarsi nulla di particolare e senza donare, anche qui, qualcosa di nuovo; avrebbe dovuto osare di più, magari nelle scene di combattimento sfruttando le sue capacità da coreografo. Ottimi effetti speciali (come al solito) e bellissime scenografie confezionano il prodotto molto bene ma purtroppo non basta.On stranger tides poster La saga ha bisogno di novità, di freschezza e di tornare a somigliare di più a quel primo film che non aveva troppe pretese e che riusciva magnificamente a divertire e a raccontare una bella storia con ottimi personaggi. Si nota soprattutto nel personaggio principale di Jack la tendenza troppo marcata di diventare quasi una macchietta che ha la sua forza non più nei geniali dialoghi o nella particolarità del carattere ma più nei movimenti caricaturali che stancano quasi subito. Anche le musiche di Hans Zimmer, purtroppo, non aggiungono nulla a ciò che già conosciamo. I temi musicali presenti sono perlopiù riarrangiamenti di tracce dei film precedenti con pochi minuti di nuove melodie non all’altezza dei grandi temi a cui questo franchise ci ha abituato. Infine, non posso esprimermi sulla qualità del 3D in quanto ho scelto consapevolmente di vederlo in 2 dimensioni; decisione presa in base al fatto che il 3D di questo film non è nativo ma frutto di una riconversione, tecnica che fino ad ora non ha proprio regalato ottimi risultati qualitativi per le tre dimensioni.

Per concludere, riassumendo il mio pensiero, ho trovato Pirati dei Caraibi, Oltre i confini del mare un film carino con pochi pregi e tanti difetti, questi ultimi non tanto legati al livello qualitativo del film stesso ma più per il fatto che si tratta di un quarto capitolo di una saga ormai stanca che è sempre un piacere rivedere ma che a questo punto ha la necessità di trovare un modo per offrire qualcosa di nuovo, per non cadere ancora di più nel già visto e per non stancare ulteriormente chi la guarda.

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